Con antibiotico-resistenza ci si riferisce al fenomeno per cui un microrganismo risulta resistente all’attività di un farmaco antimicrobico; in altre parole, una terapia teoricamente efficace nel contrastare uno specifico batterio si rivela del tutto inutile. Non si tratta purtroppo di uno sporadico e fortuito evento, bensì di una realtà globale sempre più comune, al punto che l’Organizzazione Mondiale della Sanità le attribuisce dieci milioni di morti all’anno nel 2050. L’abuso di antibiotici in ambito clinico (umano e veterinario) ha modificato il processo di selezione naturale dei microrganismi, velocizzandolo e contribuendo alla comparsa di nuove specie, assai più resistenti. I rischi legati a questi mutamenti sono molteplici, con impatti devastanti sull’ambiente, sugli animali e sull’uomo.
L’Italia è sventuratamente ai primi posti in Europa per quanto riguarda la somministrazione di antibiotici, una prassi malsana contro la quale è necessario intervenire, ancor più se si analizzano i dati pediatrici. Nel corso del 2018, infatti, oltre il 40% dei bambini sotto i 13 anni ha ricevuto almeno una prescrizione di antibiotici sistemici, ricorrendo a questi farmaci in otto casi su dieci di infezioni delle prime vie aeree. Dal momento che, nei bambini, circa l’80% delle affezioni è di origine virale, ne consegue una totale inadeguatezza terapeutica.
Proprio per tentare di risolvere questa criticità, la Federazione Italiana Medici Pediatri (FIMP) ha avviato una campagna nazionale di sensibilizzazione sull’uso corretto degli antibiotici, rivolto alle famiglie e ai bambini, dal titolo “I Consigli di Mio, Mia e Meo”. L’iniziativa prevede la realizzazione di un sito web dedicato (http://www.miomiaemeo.it/) e una massiva distribuzione negli studi pediatrici di opuscoli e flyer informativi, oltre a uno speciale game kit, brevi video di animazione e un’attiva presenza sui principali social network. L’obiettivo principale di questo progetto, e in genere del mondo scientifico, è quindi ribadire la necessità di una cooperazione tra medici e famiglie, basata su un uso giudizioso, mirato e serio dei farmaci antimicrobici, rispettandone i target biologici, le dosi e i tempi di somministrazione.