Sessualità over 50 – Intervista alla dr. Gualerzi

In occasione del congresso dedicato al tema della sessualità over-50, in calendario per il 16 aprile 2021, abbiamo intervistato la dottoressa Anna Gualerzi, psichiatra, psicoterapeuta e sessuologa presso l’A.O.U. Città della Salute e della Scienza di Torino.

Dottoressa Gualerzi, perché è così importante parlare di sessualità over-50?

Innanzitutto è bene precisare che la sessualità è qualcosa che riguarda tutti, senza distinzioni. Per questo è importante parlare della salute sessuale e di tutti quei fattori sociali, fisici, psicologici e di coppia a essa correlati, al fine di comprendere la complessità di questa funzione e di mettere in campo misure atte alla prevenzione, alla diagnosi e alla cura delle disfunzioni sessuali che possono scaturirne, anche in relazione all’aumentata aspettativa di vita, che oggi ha raggiunto gli ottant’anni.
Parlare di sessualità riferendoci a un target ben preciso come quello degli over-50 è quanto mai necessario, perché l’attività sessuale non ha come fine unico la procreazione; pertanto è verosimile che, una volta superati i 50 anni, donne e uomini non abbiano più alcun obiettivo riproduttivo da realizzare, e vedano nella sessualità un canale espressivo e comunicativo, oltre che un mezzo per il raggiungimento del piacere individuale e di coppia, finalizzato a un benessere soggettivo.
La sessualità è capace di favorire la relazione, la socializzazione, l’intimità, lo scambio affettivo e la tenerezza. E mentre fra i giovani assume un’accezione più predatoria e fisica (complice anche la componente ormonale), nella popolazione over-50 essa coinvolge maggiormente il piano delle emozioni e dell’intensità sentimentale. Per questo è preminente, per chi ha superato i 50 anni, conoscere il potenziale sessuale ed erotico e sfruttarne al meglio i vantaggi. È importante ricordare infatti come una sessualità soddisfacente migliori la qualità della nostra vita, ci mantenga in salute e scongiuri l’insorgenza di alcune malattie. La scienza ci dice che è possibile trarre beneficio da una regolare attività sessuale fino a 80 anni e oltre, naturalmente a patto di avere una buona salute fisica e psichica, la disponibilità di uno/a partner e una discreta predisposizione alla sessualità, maturata progressivamente nel corso della vita.

Da un punto di vista sessuale, quali difficoltà può incontrare una coppia superati i 50 anni?

La sessualità non si esaurisce nel tempo, ma dobbiamo certamente considerare che i 50 anni rappresentano uno spartiacque sotto molti punti di vista. In questa fase della vita assistiamo infatti a numerosi cambiamenti fisiologici, soprattutto a livello fisico e ormonale, che ci portano a dover ripensare la nostra sessualità e a modificare il nostro modo di fare l’amore.
Dobbiamo ricordare che la funzione erotica, ossia quel meccanismo che unisce desiderio, eccitamento, orgasmo e piacere, diventa altamente influenzabile e può venire alterata quando una o più componenti si modificano.
Nella donna, la carenza della funzionalità dell’ovaio segnata dalla menopausa comporta un calo nella produzione di estrogeni e progestinici, e provoca secchezza vaginale e prurito. Non è raro, quindi, che la donna lamenti bruciore o dolore durante il rapporto sessuale (dispareunia) e che faccia di tutto per evitarlo, procurando nel partner maschile vissuti di rifiuto con riverberi sulla dinamica di coppia.
Nell’uomo si evidenziano una minore distensione del corpo cavernoso, erezioni od orgasmi meno intensi, aumento del tempo di latenza tra due rapporti, diminuzione nella produzione del liquido spermatico e calo del desiderio, imputabile principalmente a una carenza dei livelli di testosterone, la cui curva decresce fisiologicamente con l’età (ipogonadismo età-correlato). Con il passare degli anni, inoltre, diminuisce la possibilità di reazioni psicogene determinate dalle fantasie o dai sensi (vista); quindi, per raggiungere l’eccitamento, l’uomo over-50 ha bisogno di una stimolazione adeguata per intensità e per durata.
È doveroso precisare poi che non sempre si invecchia in salute e che, accanto alle trasformazioni fisiologiche dovute all’età, possono subentrare patologie con un alto impatto sulla sfera sessuale: ipertensione, diabete, ipercolesterolemia, sovrappeso, obesità, malattie cardiocircolatorie e tumori compromettono enormemente la funzionalità sessuale, ed è perciò importantissimo un’opera di prevenzione promuovendo una corretta informazione, soprattutto fra coloro che mantengono stili di vita inappropriati.

Anche nelle coppie omosessuali emergono le stesse problematiche?

La sessualità è qualcosa che riguarda tutti, indiscriminatamente dall’età, dal sesso biologico, dal genere o dall’orientamento sessuale. Quando parliamo di salute sessuale o di prevenzione e cura delle disfunzioni sessuali parliamo a tutto tondo, rivolgendoci a eterosessuali, omosessuali o pansessuali (o bisessuali). Esistono però delle differenze, soprattutto per quanto riguarda l’approccio alla sessualità nelle coppie omosessuali over-50. Le donne, che sono naturalmente più propense alla tenerezza, alle coccole e alla valorizzazione della sfera sensoriale ed emotiva, non cambiano le proprie abitudini e non portano alla luce grosse problematiche di coppia dal punto di vista sessuale. Scenario ben diverso invece è quello che emerge nelle coppie omosessuali maschili, nelle quali spesso emergono disfunzioni a causa di un diverso approccio all’intimità, basata prevalentemente sull’eccitamento dei genitali, a scapito di quella dimensione psichico-sensoriale che è la tenerezza, quanto mai necessaria una volta superati i 50 anni.

In che modo è possibile affrontare e curare questi disturbi?

Naturalmente per tutte le disfunzioni della sfera sessuale esistono rimedi, sia per l’uomo sia per la donna: dalle terapie sostitutive, che permettono di ripristinare l’assetto ormonale, alle terapie topiche (creme, pomate e lubrificanti), al laser. Quello che però è davvero importante, soprattutto quando ci rivolgiamo alla popolazione over-50, è che le persone vengano aiutate a ripensare il proprio modo di vivere la sessualità, che, non dimentichiamolo, risente tantissimo delle nostre condizioni psicologiche, oltre naturalmente di quelle fisiche e di coppia. Per questo, dopo i 50 anni, è fondamentale dare ancora più spazio ai preliminari e creare un contesto sensoriale ed emotivo favorevole al rilassamento e all’eccitamento. Le carezze e i baci sono di grande aiuto a questo scopo, perché producono ferormoni e permettono il rilascio di neurotrasmettitori che influiscono positivamente sul sistema nervoso.
In presenza di problematiche ricorrenti, rivolgersi a un professionista della salute sessuale è certamente la scelta giusta. Occorre ricordare però che la sessualità è una funzione complessa in cui, a fattori organici, si associano anche fattori psicologici, psichiatrici (come l’ansia o la depressione) e relazionali di coppia; per questo, essa deve essere indagata sotto ogni punto di vista, attraverso il lavoro di equipe multidisciplinari, capaci di analizzare a 360° la disfunzione e di offrire soluzioni specifiche ed efficaci a risolvere la disfunzione individuale e/o di coppia.

L’attività sessuale può essere ritenuta uno strumento preventivo per combattere l’invecchiamento precoce?

Assolutamente sì, e i dati scientifici lo hanno ampiamente dimostrato. Chi ama, chi ha relazioni affettive e sessuali sicuramente invecchia meglio e più lentamente. L’attenzione alla propria sfera sessuale implica anche un’attenzione al proprio benessere psico-fisico. Coloro che danno importanza ai rapporti sentimentali e sessuali si prendono molta più cura di se stessi: dedicano del tempo a curare il proprio aspetto fisico, mangiano in modo più sano, praticano attività fisica con regolarità, nutrono vari interessi e desiderano condividerli con qualcuno.
La sessualità è la maggiore espressione psico-somatica che ci sia, perché coinvolge tanto gli aspetti fisici quanto quelli psichici. Il contatto fisico, lo scambio di tenerezze e i baci favoriscono la produzione e la liberazione di ossitocina (detto anche ormone dell’amore), dopamina, serotonina ed endorfine, sostanze capaci di influire positivamente sul sistema nervoso con un’azione preventiva sulla  depressione, sull’ansia e sui comportamenti aggressivi. Non dimentichiamo poi che la relazione di coppia, al di là del coinvolgimento affettivo ed emotivo, permette il dialogo, invoglia al confronto e alla socializzazione e mantiene cognitivamente attivi.

Esiste una della correlazione tra disfunzioni sessuali, depressione e suicidio?

Sessualità e depressione sono legate da un’associazione bi-direzionale. Questo significa, come dimostrato da studi scientifici, che le disfunzioni sessuali aumentano il rischio di depressione e la depressione aumenta la probabilità di disfunzioni sessuali. I medici dovrebbero essere consapevoli di questa interdipendenza e indagare tanto la sfera sessuale nei pazienti depressi, quanto la presenza di depressione fra coloro che segnalano disfunzione sessuale. Non è sempre facile determinare se il calo del desiderio o altre disfunzioni siano un sintomo della depressione, se rappresentino un effetto collaterale dei farmaci utilizzati per trattarla oppure se siano segnali totalmente indipendenti.
Se consideriamo la popolazione over-50, non possiamo ignorare l’impronta psicologica lasciata da certe tappe della vita. È il caso del pensionamento per l’uomo, che, in questa fase di ritiro a una dimensione privata, avverte fortemente la perdita del proprio ruolo sociale e può cadere vittima di vissuti depressivi, con conseguenti ricadute negative sulla sessualità (difficoltà nell’erezione, calo del desiderio, problemi dell’orgasmo, ecc.). Se queste condizioni non vengono individuate e curate per tempo possono spingere la persona a pensare che la vita non valga la pena di essere vissuta, al punto da tentare il suicidio. Non dimentichiamo infatti che l’identità maschile si riconosce tanto nella virilità, quindi nell’espressione della potenza sessuale, quanto nella capacità di lavorare per sostentare la propria famiglia, sebbene oggi questa responsabilità sia sempre più condivisa con la donna.
Analogamente, la donna può andare incontro a depressione per situazioni derivanti dalla sindrome del nido vuoto (quando i figli crescono e si rendono indipendenti dalla famiglia), per situazioni a forte impatto emozionale, come il prendersi cura dei genitori che invecchiano o muoiono, o ancora per la perdita della propria prestanza fisica.
Inoltre, anche molte patologie mediche chirurgiche età-correlate, ad esempio malattie cardiocircolatorie o neoplasie, si associano frequentemente a stati depressivi e/o a disfunzioni sessuali, ed è quindi fondamentale che i clinici ne tengano conto per scongiurare contraccolpi sul piano della salute psicofisica.

Ritiene che la sessualità oggi sia ancora vista come un tabù?

Tabù sottintende che esista una proibizione, un divieto, e, pensando all’epoca in cui viviamo, sinceramente non credo che la sessualità sia ancora considerata un tabù. Basti pensare a quanto spazio viene dedicato a questo tema sui giornali, in televisione, su Internet e in tutti i principali mezzi di comunicazione. Non dimentichiamo inoltre che negli over-50 rientrano a pieno titolo 60enni, 70enni, 80enni e 90enni, vale a dire coloro che hanno assistito e spesso preso parte alle grandi rivoluzioni socio-culturali del nostro Paese: la chiusura delle case di tolleranza con la Legge Merlin, alla fine degli anni ’50; la commercializzazione della pillola anticoncezionale; il movimento del Sessantotto; l’entrata in vigore della legge sul divorzio, nel 1970; il diritto all’aborto. Capiamo quindi che il tema della sessualità è passato attraverso un’evoluzione culturale e normativa che ha certamente lasciato un segno e che, a partire dagli anni ’60, ha consentito di vivere la sessualità come un fenomeno più ampio e onnicomprensivo, non più unicamente relegato alla questione riproduttiva o al soddisfacimento delle pulsioni maschili, ma anche riferito al desiderio femminile e all’emancipazione della donna e del suo ruolo all’interno della società.
Per queste ragioni credo che l’idea della sessualità come tabù sia ormai abbondantemente superata, specialmente fra la popolazione over-50. Sicuramente esiste ancora un forte imbarazzo a parlare di sessualità, ma lo ritengo perfettamente comprensibile se consideriamo il panorama sanitario e la sua offerta. Spesso il primissimo approccio dei pazienti con disturbi della sfera sessuale non avviene con specialisti del settore, ossia con interlocutori competenti, che sappiano ascoltare e dare soluzioni. In un simile contesto, il paziente non si sentirà mai completamente a suo agio. Per questo occorre intervenire a livello sistemico e capillare, offrendo una preparazione specifica sul tema della sessualità a tutti gli operatori della salute e del benessere, affinché siano in grado di individuare i disagi del paziente, rassicurarlo se necessario, e indirizzarlo nella scelta del professionista da consultare.

Anna Gualerzi

Psichiatra-Psicoterapeuta-EFS-ESSM certified Psycho-Sexologyst (ECPS), SC Psichiatria SPDC-CIDIGEM | Dirigente Medico Dipartimento di Neuroscienze e Salute Mentale - A.O.U. Città della Salute e della Scienza Torino

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